sabato 28 luglio 2012

A PROPOSITO DI INFINITO


Eccezionale disquisizione, se cerchi la logica nelle mie risposte è molto probabile che non la trovi, ansi se la trovi comincio a preoccuparmi,  per cui è giusto che tu deduca che io vada in contraddizione, ma ciò è la dimostrazione del limite della logica applicata alla natura che porta con se il germe dell'errore (come del resto hai osservato). L'errore è insito in ogni cosa, nella rappresentazione, nella percezione, nella misurazione, nelle logiche continuamente in discussione (povero Kant che tento l'esperimento nelle critica della ragion pura), perché l'errore è il tempo (visto come una dimensione a se stante e la mente non può vederlo diversamente per suoi limiti). La teoria della relatività per certi versi è la sublimazione dell'errore del tempo (errata pure lei, forse).  Come ho già detto la mente è lo strumento più stupido che abbiamo per comprendere l'universo, ma ci ostiniamo ad utilizzarlo perché è l'unico che conosciamo ed è l'unico che ci hanno insegnato ad usare (al 4%) per accedere alla conoscenza. La conoscenza dell'essere arriva prima della mente, si è anche ad otto mesi nel grembo della madre senza ancora avere fatto un solo minuto di scuola. La mente è uno strumento che ci è stato dato per comprendere consapevolmente l'errore del tempo, quel granello di tempo che è la nostra vita "costretta a vivere in un spazio" che per percorrerlo ci da l'illusione del tempo. L'insieme di tutti i centimetri dell'universo non sono l'infinito, cosi come l'insieme di tutti i secondi del mondo non sono l'eternità. 
La mente ragiona solo per addizioni e sottrazioni (o operatori derivati) mentre  l'evoluzione diffida le leggi che tentano di fermare il tempo. La logica ha la necessità di punti fermi e di ripetibilità, ma niente si ripete, ecco anche perché il tempo è un errore dello spazio. Sia Schrödinger  che Heisemberg già ne decretarono l'errore del tempo nello spazio, non certo io che non capisco nulla. Il tempo è (potrebbe essere) una sequenza di percezioni di immagini che permangono nella memoria collettiva (mente) delle persone, se la mente sparisse, se l'umanità sparisse, non c'è ricordo, quindi non c'è tempo. Non  riusciamo a vedere l'esistenza se non solo attraverso la piccola finestra della mente che di fatto "genera il tempo" come errore dello spazio da vivere e trascorrere nel presente.  
La vita potrebbe essere la metafora di: "Ci viene detto non si sa da chi, perché e perché in questa epoca e non in un altra,  vai a farti un giro in barca, questa è la canna, (mente)  e non ci viene insegnato ne ad usare la barca, ne ad usare la canna da pesca, lo scopriamo solo provando errori su errori che ci danno la sensazione del tempo, dopo che abbiamo imparato a remare e qualcuno anche a pescare, abbiamo l'arroganza, di voler capire con quegli strumenti le domande di cui sopra ossia (chi, perché, quando, dove) mentre il nostro "noi " diventa polvere lasciando l'anima allo spirito Intelligence universale, sotto per un'altra corsa. Giuseppe Turrisi



Caro Giuseppe, posto che non sono io quello che parla di altrove in quanto a definire il famoso dove della terra infernale sei stato tu, in altre parole mi stai dicendo che quelle che hai scritto non sono dettate dalla ragione bensì dall'emozione. Anche perché, diversamente, tutto il tuo ragionamento decadrebbe miseramente in quanto appunto frutto del tuo ragionamento anziché del sentimento o del presentimento. Ed è per questo che mi guardo bene dal richiedere o pretendere una spiegazione dell'inspiegabile (infinito), anche perché una spiegazione tale non potrebbe esser altro che un ossimoro; ma per lo meno spiegami perché lo spazio è un errore del tempo; poiché non lo hai spiegato e, per conto mio, la cosa più sconvolgente di tutte è proprio che se non ci fossero gli orologi non esisterebbe la concezione di mare piuttosto che montagna!!! A meno che tu non mi dica che con la misera ragione certe cose non si possono spiegare... nel qual caso vorrebbe dire che solo chi le intuisce dalle sue proprie emozioni può esserne consapevole. Ma in questo caso se ne risolverebbe che dovremmo definitivamente abbandonare la ragione per ritornare a viver come animali e, dunque, estinguerci come genere umano in ragione di non idoneità alla sopravvivenza in un mondo prettamente istintuale. Non che la cosa mi rattristi più di tanto, beninteso, però non mi spiego come quello che un semplice essere umano come te dice possa essere giusto se il primo a dire che il giusto non esiste sei proprio tu. Sei forse un discepolo spirituale di Agrippa?
Noi viviamo questa ben misera e breve esistenza, è vero, e magari tutto quanto crediamo di aver compreso di essa (fra cui spazio, tempo e chissà che altro) è solo un costrutto, ma, che diamine, noi stessi siamo imperfetti così pure come la natura che ci ha generato. E allora, se l'errore è insito nella natura stessa come ci dimostrano i tanti casi di nascituri deformi et cetera, non sarebbe congruente ad un livello di logica formale (per carità, sempre di ragionamento sto parlando) analizzare la natura con ragionamenti per la forza stessa delle cose non privi di errore? E se pure dovesse ciò non congruire affatto, resta il fatto che con queste misere regole lineari di causa-effetto (il fuoco brucia, non lo tocco e sopravvivo, lo accendo e non vengo sbranato dai carnivori) l'uomo sia potuto sopravvivere.
Poi, chi avesse voglia di spiegare l'universo avrebbe poco a che spartire con me che mi accontento della sola terra. E se la terra è un inferno, ripeto, colpa nostra che la rendiamo tale, perché a ben vedere - che sia con la logica o col sentimento - la terra è un paradiso che l'uomo deturpa. Cosa centra la faccenda temporale in tutto ciò quando tutti sappiamo che l'unico tempo esistente è questo? 
Il giorno 31 luglio 2012 00:07, Marco Carlino 



Il tuo altrove si fonda sulla concezione dello spazio che è un errore del tempo, l'infinito  rappresentato dal limite delle mente umana prevede una comprensione che non può essere reale e tanto meno tangibile. Una rappresentazione dell'infinito fatta con strumenti limitati è un ossimoro ed una contraddizione in termini, l'infinito non ha ne prima ne dopo, quindi non ha tempo e ancor meno spazio che è un errore del tempo.
Anche il Dio possiamo essere noi nel momento in cui comprendiamo di essere tutto, e non altro, in contrapposizione. L'infinito si auto-perfeziona a furia di prove temporali. La concezione della giustizia che ci fa misurare è una distorsione temporale che ci impone regole per quello scorcio di tempo che ci è concesso vivere, la vita è mono uso, non ci sono seconde possibilità, o per lo meno non è dato conoscerle alla nostra piccola mente temporale.
Non c'è per la natura giusto o sbagliato, bravo o cattivo, bello o buono, sono solo architetture di una finestra intellettuale costruita da una piccola mente che pretende di dare regole universali, mentre queste valgono si è no per 300/400 anni di fronte a miliardi di anni che sono lo studio dell'infinito.
Una vita, 10 vite, cento vite hanno lo stesso valore per la natura cosi come un secondo (in cui si può perdere la vita) vale tutta la vita stessa.
Siamo noi che pretendiamo di voler spiegare l'universo con miserabili regole lineari (causa effetto) quando  anche la teoria del caos e della complessità risulta insignificante.  "Luca 13:4 O quei diciotto sui quali cadde la torre in Siloe e li uccise, pensate che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?" Nel voler dare valore al messaggio evangelico (e lo ha a prescindere che sia rivelato o meno ma per il semplice fatto che una comunità lo condivide è lo accetta facendosi comunione di DIO), lasciando Biglino da parte ci sono dei passi sconvolgenti, come quello appena citato che ci dovrebbero far capire, che le emozioni umane se passano per il filtro della ragione (misera) sono le più grandi cause di malintesi, incomprensioni, guerre, limitazioni. Oggi è lo spazio, tutto il resto è tempo che è un inganno della mente che ti proietta ricordi (passato) e proiezioni (futuro) ma sempre al presente. L'inferno è proprio in questo limite di condizione, per cui ci ricordiamo e ci aspettiamo solo ciò che facciamo.  Giuseppe Turrisi


Siamo su di una polveriera emotiva pronta ad esplodere e il solo accorgimento che possiamo applicare è quella indicata dallo yoga.
Il secondo sutra offre il concetto di nirodha assolutamente non facile da comprendere perché implica la comprensione del concetto di tempo-spazio che noi abitualmente leggiamo come fosse composto di due entità distinte.
Il tempo noi lo percepiamo abitualmente diviso in passato, presente e futuro.  Il passato è il deposito di tutte le impressioni avute. Potrebbe essere definito lo spazio che abbiamo già percorso e parlo di spazio perchè il tempo è spazio in dilatazione. Il futuro è lo spazio che potremmo percorrere ma per noi è ancora ipotetico e non concretizzato. Il segreto del presente è la chiave del nirodha. Il tempo è una vibrazione dell'ologramma in cui sono immerso e di cui sono l'osservatore ed anche il motore. In sanscrito una vibrazione temporale, un istante, in termini empirici, è detto kshana e deve essere ben piccolo se una grezza visione del colore rosso, ad esempio, mi dà più di 7000 vibrazioni al secondo. Io, ma chi io sia non lo so perchè sono la Coscienza che osserva e questa Coscienza è unica e purtroppo nella mia ignoranza questa unicità non arrivo a percepirla, nel presente sono nel nirodha, l'interspazio tra una vritti ed un'altra. In quella frazione magica di secondo, l'ologramma viene disfatto e ricostruito come copia conforme  ma non identica all'immagine precedente. Lì può succedere tutto e il contrario di tutto. Con i miei modestissimi mezzi penso che sia già qualcosa rifugiarmi tranquillamente lì, il centro silente e calmo del tornado, mollando tutto per sfuggire all'esplosione della polveriera. Se fossimo in parecchi a fare così, la polveriera potrebbe anche non esplodere perché l'ologramma potrebbe venire modificato.
E' possibile cha la Vita stia organizzando un'operazione cosmica, drammatica, per obbligarci a questo.
Guido Sgaravatti