sabato 28 luglio 2012

UNA CRITICA AD ERETICAMENTE


Caro signor Borruso:
Forse non le è chiara una cosa: io non ho il potere di decidere quali testi vadano o non vadano pubblicati su "Ereticamente"; tale decisione spetta unicamente ai curatori dei sito, fra i quali io non ci sono, sono semplicemente un articolista che manda le sue collaborazioni, esattamente come lei o come chiunque altro.
A parte questo, la prego di calmarsi e di riflettere un attimo; la sua richiesta le sembra davvero democratica, ma soprattutto giusta ed equanime? La Chiesa cattolica ha uno spazio anche mediatico enorme (oltre che enormi disponibilità finanziarie); al confronto, quello che abbiamo noi pagani è piccolo piccolo, appena un cantuccio sul web. Sarebbe giusto dedicare metà, o più, di questo spazio alle repliche dei cristiani/cattolici? Forse che il papa dedicherà metà dell'angelus a discutere il nostro punto di vista, o lo faranno i vescovi nelle omelie o i preti durante la messa?
Onestamente, poi, nel mio articolo di replica non ho potuto riportare integralmente il suo articolo, anche perché è parecchio lungo, ma non mi sembra di aver deformato il suo punto di vista, e meno che mai di essere stato offensivo. L'unico nei confronti del quale sono stato deliberatamente offensivo, ma se lo meritava, è stato il coraggiosissimo anonimo che mi ha dato della "checca isterica" (non sarà stato mica lei, voglio sperare). Quanto alla sua minaccia, la prego, la metta in atto: abbiamo bisogno della maggior visibilità possibile.
Se in qualche punto del mio articolo sono stato offensivo a livello personale nei suoi confronti, di questo me ne scuso, anche se non mi pare di esserlo stato.
Saluti.
Fabio Calabrese
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Caro signor Borruso:
Forse non le è chiara una cosa: io non ho il potere di decidere quali testi vadano o non vadano pubblicati su "Ereticamente"; tale decisione spetta unicamente ai curatori dei sito, fra i quali io non ci sono, sono semplicemente un articolista che manda le sue collaborazioni, esattamente come lei o come chiunque altro.

SB: Ha ragione. Però il suo pezzo l’ho letto su accademia-della-libertà, che lo ha pubblicato interamente. Per cui inviai la mia risposta a questo sito e non ad “Ereticamente”, la cui esistenza mi era ignota.
Non so se il curatore del sito l’abbia inviata a lei personalmente o al sito “Ereticamente”. In ogni caso, il punto non è procedurale ma di contenuto. Quello del suo pezzo decisamente anticristiano e pieno di inesattezze, mi ha non tanto invogliato quanto costretto a scrivere il mio, e per ragione puramente personale. Chi tace acconsente, e se avessi taciuto avrei rischiato di sentirmi dire un giorno “mi hai negato davanti agli uomini, io ti nego davanti al Padre mio.” So benissimo che per lei questo ragionamento non ha senso, ma per me sì: meglio canzonature oggi che la dannazione domani.

A parte questo, la prego di calmarsi

SB: Di calma ne ho da vendere. Non sono io quello de “la checca isterica”, espressione a me tanto sconosciuta quanto il sito dove è apparsa. Posso solo assicurarle che scambiare insulti non è il mio metodo di dibattere. Tanto più quando chi li lancia si nasconde dietro all’anonimato. “Non ti curar di lor ma guarda e passa” disse il Poeta.

e di riflettere un attimo; la sua richiesta le sembra davvero democratica, ma soprattutto giusta ed equanime?

SB: Certo. Per “democratico” intendevo, e così ho scritto, lasciare il giudizio a tutti i lettori di un sito invece che riservarseli ex cathedra. Che la cosa sia giusta ed equanime dipende dall’idea di giustizia dei curatori di “Ereticamente”. Se è quella di Ulpiano (volontà costante di dare a ciascuno il suo), dovrebbero sentirsi in dovere di pubblicare tutto e non stralciarne pezzetti.

La Chiesa cattolica ha uno spazio anche mediatico enorme (oltre che enormi disponibilità finanziarie); al confronto, quello che abbiamo noi pagani è piccolo piccolo, appena un cantuccio sul web.

SB: Non ne dubito. Dal ché però segue che dovrebbe essere lei, con i collaboratori di “Ereticamente” ad attaccare i siti cattolici inviando loro i vostri scritti. Fareste quello che fece il vostro illustre predecessore Celso 1900 anni fa. I suoi attacchi vennero talmente raccolti da autori cattolici che è possibile rinvenire nei loro scritti una grande parte del suo Perì Christianòn andato perduto.
Quel che non segue è che “Ereticamente” debba passare sotto silenzio le risposte di chi si sente attaccato in nome di una “democrazia” ridefinita ad usum Delphini. E mi lasci dire che gli attacchi di “Ereticamente” non sembrano proprio un passo in avanti rispetto a quelli di Celso.

Sarebbe giusto dedicare metà, o più, di questo spazio alle repliche dei cristiani/cattolici?

SB: Se per “Ereticamente” giustizia è quello che era per Ulpiano, sì. Se no, dovrei sapere quello che intendono prima di dare un giudizio.

 Forse che il papa dedicherà metà dell'angelus a discutere il nostro punto di vista, o lo faranno i vescovi nelle omelie o i preti durante la messa?

SB: Lo faranno magari nei fogli parrocchiali o diocesani, se ne hanno capacità e voglia. Le omelie sono fatte (o dovrebbero esserlo) per trasmettere dottrina e morale, sempre che si prenda il proprio uffizio sul serio.

Onestamente, poi, nel mio articolo di replica non ho potuto riportare integralmente il suo articolo, anche perché è parecchio lungo,

SB: È meno lungo del suo: 5130 parole contro 9162. Sul web non c’è problema di spazio.

ma non mi sembra di aver deformato il suo punto di vista,

SB: La verità si deforma travisandola, mutilandola o adornandola. Lei ha liberamente mutilato il mio punto di vista, non permettendo ai lettori di giudicare se fosse vero o falso. Aggiungo che se mi si convince di falso, ritiro quello che ho scritto incondizionalmente.

e meno che mai di essere stato offensivo.

SB: La cito:
una contorta giustificazione del “principio” cattolico “predica bene e razzola male”,
uno dei più noti ciarlatani della nostra epoca
sembra di entrare nel delirio puro
vi è del metodo in questa follia

SB: L’offesa non consiste tanto nei termini usati, quanto nel non addurre alcuna mia frase che li giustifichi. Infondati quindi.

L'unico nei confronti del quale sono stato deliberatamente offensivo, ma se lo meritava, è stato il coraggiosissimo anonimo che mi ha dato della "checca isterica" (non sarà stato mica lei, voglio sperare).

SB: Problema risolto supra.

Quanto alla sua minaccia, la prego, la metta in atto: abbiamo bisogno della maggior visibilità possibile.

SB: Me ne esime questa sua ultima, pronta risposta della quale ringrazio. E ripeto, se volete visibilità, perchè non attaccare i siti cattolici? Poi fate una statistica e la pubblicate su “Ereticamente”. I lettori decideranno. Per conto mio, né frequentavo “Ereticamente” prima di fare la sua conoscenza né lo farò adesso. Solo se qualche scritto criticabile apparirà nei siti che frequento, mi comporterò come ho appena fatto con lei.

Se in qualche punto del mio articolo sono stato offensivo a livello personale nei suoi confronti, di questo me ne scuso, anche se non mi pare di esserlo stato.

SB: Ecco perchè non glie ne voglio, né mi considero suo nemico. Sempre a disposizione per un dialogo fruttifero,

Saluti.
Fabio Calabrese
Che ricambio. Silvano Borruso


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Un lettore non ci ha replicato sul sito di “Ereticamente”, ma ci ha inviato una comunicazione privata, forse non desidera che il suo nome diventi di dominio pubblico, per questo motivo, per correttezza, lo citerò solo con le iniziali, S. B.

Non avevo inviato una comunicazione “privata”, ma attraverso il sito nel quale avevo letto l’attacco di Calabrese al “cristianesimo”. Ho chiesto scusa della svista nella mia del 24 luglio.

S. B. esordisce subito

Non subito, ma al sesto paragrafo. Avevo esordito affermando che non è lecito manipolare la verità, travisandola, mutilandola o adornandola.

 con un'affermazione inaccettabile a meno che non ci si metta in una certa ottica:

“Chi ha fede sa non solo che Cristo vive, ma che è sempre lui a prendere l’iniziativa: irrompe in un mondo ostile, chiama alla sua fede, al suo sacerdozio, guida il suo gregge tra le nazioni del mondo, converte uomini di buona volontà anche dalle file dei suoi nemici, sempre proponendo, mai imponendo, la sua fede”.

Chi ha fede non sa nulla più degli altri per il fatto di avere fede, semplicemente crede, il che è una cosa alquanto diversa, e scambiare una cosa con l'altra fa sì che ciò che era da dimostrare diventi la prova.

Se fosse possibile dimostrare le verità di fede, non sarebbe più fede ma scienza. Il metodo teologico, infatti, non è la dimostrazione ma l’appello all’autorità. Curiosamente, questo metodo Calabrese lo riserva per la scienza, come vedremo più sotto. I sensi, la ragione e la fede sono strumenti di conoscenza. Con tutti e tre si va più lontano che solo con due.

 Peccato che a questo mondo esistano diverse fedi contrapposte, tutte persuase di avere o di essere la verità, e il cristianesimo è una fra diverse.

Il “cristianesimo” non è una fede ma un’astrazione. Chi disse di essere la verità non fu il “cristianesimo” ma una persona: Gesù (Cristo per i fedeli, Nazareno -al più- per gli altri). La verità è stata da sempre il supremo valore della cultura ellenica, e di nessun’altra. Solo Erodoto apre le sue storie dichiarando di voler tramandare non solo le tradizioni dell’Ellade, ma anche quelle di nazioni barbare. Le culture non elleniche sono senza eccezione etnocentriche: “Noi siamo i migliori, i nostri vicini vengono secondi, i vicini dei nostri vicini terzi e così via.” La questione della verità non se la pongono neanche. Ecco perchè sono anche nemiche della libertà. Solo la verità fa liberi.

“Calabrese –con molti altri- riduce il “cristianesimo” ad elementi percepibili dai sensi: il Vaticano (papato e clero) e il laicato, soffermandosi su azioni che vanno da pecche minori a malefatte maggiori”.

Peccato solo che se non si parte dall'articolo di fede – a cui non si può attribuire un valore conoscitivo – gli elementi percepibili dai sensi sono tutto ciò che abbiamo in mano.

Adoperando i soli sensi succede quel che successe a Mogadiscio nel 2006, quando Suor Leonella Sgorbati, vicentina, cadde sotto il piombo di un seguace di Maometto imbestialito dal discorso del Papa a Ratisbona. Alla Messa de corpore insepulto vidi ragazze somale in tenuta da infermiera addestrate da Suor Leonella, che a Mogadiscio stava proprio mettendo su una scuola di infermieristica. Suor Leonella morì perdonando il suo uccisore.
Calabrese pertanto sottostima sé stesso negandosi l’uso della ragione, strumento di conoscenza oltre ai sensi. Da una prima lettura del sito EreticaMente, infatti, noto di essere d’accordo per l’80% (più o meno) delle sue affermazioni. Quindi i sensi non sono “tutto ciò che abbiamo in mano” ma solo una parte (su tre, come detto poc’anzi).

 Tralascio il fatto che S. B. trascrive in maniera errata il mio cognome, che è “Calabrese” con la “e” finale, non con la “i”,

Ne avevo chiesto scusa nella mia del 24 luglio. La ripeto. Va bene così?

 non riesco proprio a capire il senso di certe sue affermazioni, come quella che definirei “sprezzantemente” Gesù Cristo “il fondatore della religione cristiana”, cosa c'è di sprezzante in questo?

Nessun fondatore di religioni disse mai di sè stesso quello che disse Gesù, tanto che i Farisei (coerentemente) lo accusarono di blasfemia. O Gesù è quello che disse di essere, o è il più grande impostore della storia. Paragonarlo a Maometto o al Buddha è “sprezzarlo” al loro livello.

“Passiamo a un altro punto: Giacobbe “imbroglione”, Giosuè e altri sgradevoli caratteri biblici. Si rifletta: se invece di costoro Dio avesse scelto individui irreprensibili, con il passare dei secoli i meriti sarebbero stati accollati a loro, non a Lui, e gli insuccessi avrebbero minato pericolosamente la credibilità divina. Per cui Dio ha sempre scelto individui inadatti al compito”.

 Penso che qui S. B. si riferisca all'analisi che ho fatto del personaggio biblico di Giacobbe in Un documento controverso. E' visibile però che un argomento di questo genere non è altro che una contorta giustificazione del “principio” cattolico “predica bene e razzola male”, e ciascuno vede quale consistenza abbia.

Quel “principio” non è cattolico. I princìpi cattolici, se mai Calabrese vi si fosse imbattuto, sono 36: 12 articoli del Credo, dieci comandamenti, sette sacramenti e i sette desideri elencati nel Padre Nostro. Formano infatti la base di tutti i catechismi. Ecco perchè nelle fedi non cattoliche, sia perchè eliminano alcuni di quei princìpi o perchè i loro sistemi sono incoerenti, non esistono catechismi.

Quel che segue, io credo, è tale da far saltare i nervi non ai razionalisti a tutti i costi, ma a qualsiasi persona ragionevole, perché S. B. si appella a uno dei più noti ciarlatani della nostra epoca, Immanuel Velikovsky, uno “scienziato” e “astronomo” autore del best seller del 1950 World in collision

Dare del ciarlatano a Velikovsky senza averne letto una riga, e pertanto neanche azzeccando il nucleo dell’argomento, non è certamente scientifico. Velikovsy fu psichiatra cioè outsider tanto di scienza in generale quanto di astronomia in particolare. Il titolo del libro è Worlds (plurale) in Collision. La tesi l’ho ventilata nella mia replica, quindi non la ripeto qui. Il catastrofismo planetario ne ha fatto di strada dal 1950. Si consultino i siti www.varchive.org e www.thunderbolts.info per ulteriori informazioni. Qui dirò solo che Anthony Peratt, fisico del plasma, sta compilando un catalogo mondiale di petroglifici, avendo scoperto che le figure, uguali anche in culture che non hanno mai avuto contatti, e in tutto il mondo, rappresentano spaccati di plasmoidi riproducibili in laboratorio, ovviamente a scala ridotta. Queste stesse figure (dragone, medusa, gorgona) apparivano nei cieli dell’antichità, terrorizzando gli abitanti della Terra che si rifugiavano nelle caverne per non venire inceneriti da scariche elettriche cosmiche (fulmini di Giove et al.). Chi ne vuole sapere di più vada ai siti indicati o mi scriva direttamente.

basato su un criterio semplicissimo: tutte le volte che c'è un contrasto fra la bibbia e la scienza moderna, sono due secoli di ricerche condotte dalle migliori intelligenze della nostra epoca che devono farsi da parte, non un vecchio libro “ispirato” risalente a tre millenni fa,

Notevole questo puro atto di fede nelle “migliori intelligenze della nostra epoca”. Diamo un ‘occhiata.
Ai tempi di Hutton e Lyell vigeva ancora la pratica di tre teorie: il “flogisto”, sbugiardato da Lavoisier poco prima di lasciare la testa nel paniere della ghigliottina (1794), il “calorico”, sbugiardato da Thompson dall’arsenale di Monaco (1790-95), e la “pletora” sbugiardata da Harvey (1638!). Ci vollero decenni perchè le prime due sparissero dai testi di fisica e chimica, e secoli perchè i medici la smettessero di salassare i loro pazienti. Alla faccia delle “migliori intelligenze della nostra epoca”. Passando al 20° secolo, consiglio a chi legge l’inglese di scaricare The Manufacture and Sale of Saint Einstein di Christopher Jon Bjerknes.[1] Le frodi della “scienza” vi si sprecano.

 infatti a dire di S. B. Velikovsky avrebbe confutato Hutton, Lyell e Darwin, mentre ha solo dimostrato quanto poco sapessero del mondo che li circondava, i pastori mediorientali di tre millenni or sono, e di quanto siano ridicole le loro fantasie in bocca a un uomo della nostra epoca.

Il detto huttoniano-lyelliano “il presente è la chiave del passato” non fu frutto di ricerca alcuna, ma di elucubrazione illuministica. Velikovsky sospettava dagli anni 1940 che i cosiddetti “miti” albergassero storie di catastrofi cosmiche realmente avvenute, e Worlds in Collision ne fu il risultato.

Ma il meglio deve ancora venire. Coi passi seguenti della lettera sembra di entrare nel delirio puro, S. B. contraddice le conoscenze storiche più elementari là dove arriva addirittura a parlare di giudeo-paganesimo,

Ho citato Antichità Giudaiche di Flavio Giuseppe. Perchè non cita il mio passaggio invece di accusarmi gratuitamente di “delirio puro”?

 quando è evidente che è il cristianesimo e non certo le antiche religioni native dell'Europa ad avere una matrice ebraica.
Certo. Avevo detto altrimenti? O Calabrese ha letto male?

 Bisogna calarcisi dentro e rifletterci attentamente per capire che, per dirla con Shakespeare, “vi è del metodo in questa follia”.

 Ricorderete, penso, che in un articolo precedente avevo citato quel passo di Tacito che è una delle prime prove extraevangeliche dell'esistenza del cristianesimo, che ci dice che l'imperatore Claudio “Expulit iudeos impulsore Chresto tumultuantes”, allontanò dalla città di Roma gli ebrei che facevano gazzarra per istigazione di Cristo. L'interpretazione più verosimile è che a Roma dove già esisteva una comunità ebraica, se ne fosse formata un'altra di aderenti alla nuova eresia cristiana, e che i rapporti fra le due fossero pessimi. Una rissa fra i seguaci delle due comunità avrà indotto Claudio a spingere gli uni e gli altri a litigare fuori dalle mura dell'Urbe.  

La reciproca antipatia è rimasta la stessa per secoli, anche se una si è allargata alle dimensioni di Chiesa cattolica (sedicente “universale”), l'altra era destinata a rimanere pressappoco delle stesse dimensioni per il rifiuto del proselitismo (parliamo di antipatia, non di vera ostilità, ad esempio, con l'editto di Tessalonica, Teodosio provvide a escludere gli ebrei dall'imposizione forzata del cristianesimo cui furono soggetti tutti gli altri sudditi dell'impero).

Così Rosmini in Cinque Piaghe: “Lo spirito pagano e lo stesso paganesimo formavano ancora il nucleo della società; fino ad allora la dottrina cristiana aveva fatto presa su individui. La conversione degli imperatori portò gente poderosa nella Chiesa, ma solo come individui.” Chi aveva forzato a convertirsi chi?

 La presenza di un radicato antigiudaismo in certi ambienti cattolici – oggi per la verità alquanto esigui – non contraddice minimamente le origini ebraiche del cristianesimo (per usare una terminologia precisa, distinguiamo l'antigiudaismo, ossia l'avversione alla religione mosaica, dall'antisemitismo, l'ostilità verso l'ebraismo inteso come etnia, razza e cultura).

E' tipico, assolutamente tipico di un certo tipo di tradizionalismo cattolico vedere anche contro l'evidenza la mano ebraica dietro tutto ciò che non sia il prostrarsi incondizionatamente al “magistero” ecclesiastico, si tratti dell'imperatore Giuliano, di Ipazia, di Giordano Bruno, di Nietzsche. Si tratta di una posizione non solo obiettivamente falsa, non solo contraddittoria, stante le innegabili origini ebraiche del cristianesimo, ma assurda e battuta in partenza dal momento in cui i papi vanno in sinagoga a prostrarsi davanti ai “fratelli maggiori”.

Tutto vero, ma che c’entro io? Comunque, chiunque voglia sapere la vera situazione del giudaismo rispetto alla cristianità, legga il testo (del 1928) di Marcus Eli Ravage (1884-1965) scaricabile dalla Rete. Basta farne il nome in un motore di ricerca. Vi può aggiungere anche quello di Rabbi Jacob Neusner, entrambi al di sopra di ogni sospetto.

La chiusa di S. B. è inquietante; riprende il testo del mio articolo:

“C’è un’altra parte molto più oscura rappresentata dalle complicità che le vicende Sindona e Calvi hanno fatto emergere tra lo IOR, la banca vaticana, e le associazioni mafiose, oppure l’inquietante impero economico creato da quella sorta di massoneria cattolica che è l’Opus Dei.”

E prosegue:

“Quell’ “oppure” non accomuna l’Opus Dei ai vari intrallazzi, ma tuttavia preoccupa Calabrese. Un giorno si imbatterà in un qualche tassista, pescivendola o capo tribale Maori tutti dell’Opus Dei. Gli faranno passare la preoccupazione”.

Cos'è, una minaccia?

No, Calabrese, non è una minaccia. Sono tre persone in carne ed ossa, il primo a Milano, la seconda in Spagna e il terzo in Nuova Zelanda. Non ne conosco i nomi, ma posso aggiungervi lo Eze di Akatta, che richiede una certa spiegazione.
Il piccolo regno di Akatta è ubicato in Nigeria. Miracolosamente sfuggito alla devastazione politica del colonialismo britannico, nonché all’indipendenza, esiste ancora, e il suo Eze (sovrano) vi si reca ogni fine settimana per legislare, giudicare e farsi ammirare nell’abbigliamento regale tradizionale. Durante la settimana esercita l’avvocatura a Lagos. Ebbene, costui è un fedele della Prelatura Opus Dei.

Io non sono uno che si impressiona facilmente, ma una reazione di questo tipo è il chiaro segno che ho toccato un punto dolente, ho messo, come si dice, il dito sulla piaga.

Davvero? Caro Calabrese, se proprio vuole informarsi prima di esprimere giudizi temerari,  scriva a info@opusdei.it e chieda il numero di telefono della persona dell’Opera più vicina a dove lei vive/lavora. E abboccandosi con lui le preoccupazioni finiranno di”inquietarla”..

Con amicizia (non ho nemici, e me ne vanto)
Silvano Borruso



[1] È un malloppo di 2826 pagine. Ci vuole tempo per finirlo.