mercoledì 25 febbraio 2015

Moriremo tutti di EXPO





Rullo di tamburi e squilli di tromba, il Grande Evento si sta avvicinando e son certo che voi cari lettori ve ne sarete accorti, di come non si parli dall’altro, che della Grande Occasione per rilanciare il paese. Il bombardamento mediatico è partito già da qualche mese, sulla stessa riga di una certa pubblicità all’Europa, nelle nostre tv, passano immagini commentate dalla stessa vocina che ci ricorda “ Di Europa bisogna parlare” e quindi anche di EXPO.
Tenetevi forte, i mesi tra Maggio e Ottobre 2015 saranno una buona “vetrina” per rilanciare il made in italy ( o se si vuole essere corretti il made in Eataly )  e dimostrare a tutto il mondo che non faremo una brutta figura .
Siete pronti ? Vi sentite coinvolti ? Non vedete l’ora che l’Italia mostri al mondo intero quanto è brava a stare in “vetrina” ? Scommetto che non state più nella pelle e vi siete già procurati quei biglietti giornalieri da 32 euro a persona e che sarete super contenti di spendere da Farinetti l’intero vostro stipendio per una cotoletta e una mozzarella, vero ?
Siate felici, con sorrisi come i manichini dell’Upim, perchè moriremo tutti di EXPO e ora vi spiego perchè…
65 giorni prima
Molti di voi sanno e conoscono dinamiche legate all’EXPO che sono ampiamente documentate attraverso i giornali e i media, l’infiltrazione Mafiosa nei cantieri ormai non suona più come una notizia ne nuova ne che crea indignazione, il “sistema Mafia” in Italia ormai è istituzionalizzato e nel corso degli ultimi 12 mesi sono stati almeno una 30ina le persone indagate per appalti e mazzette, alcuni di questi erano le figure politiche individuate per vigilare sulla trasparenza degli appalti, i cosiddetti Commissari.
Qualcuno di loro è già stato condannato con rito abbreviato in pochissimo tempo per aver favorito appalti che non verranno mai svolti e rallentato i lavori già in ritardo di EXPO, pagheranno con pochi anni di carcere e probabilmente saranno condonati da un prossimo decreto legge fatto ad hoc.
Io ho seguito la vicenda EXPO “da vicino”, inteso che basta che mi affaccio dalla finestra di camera mia per vedere il cantiere di EXPO, che da dove vivo e lavoro dista meno di 1 km in linea d’aria.
Avete presente i film spaghetti western ambientati in fantomatiche località desertiche dove le strutture del paese sono di legno e di facciata, nel senso che appaiono solo esteriormente e non hanno dietro nulla, tranne le travi che le supportano ? Bene, se il richiamo immaginario ha avuto successo dovrete ora capire meglio cos’è il cantiere EXPO.
Sorto praticamente negli ultimi 10 mesi, con lavori svolti in fretta e furia H24  ( gli abitanti della zona e i detenuti del carcere di Bollate ringraziano per come è “migliorata” la qualità della vita di chi vive o soggiorna nei paraggi ), il cantiere è stato soggetto a modifiche costanti dovute ad una continua indagine da parte della Magistratura che ha portato a galla diverse operazioni non chiare tra appalti e gare di assegnazione. Ma ormai siamo agli sgoccioli e tutto deve essere pronto per la grande occasione, comprese le grosse fila di volontari che dovranno operare per l’Esposizione Universale, i “volontari” che dai calcoli dovrebbero essere almeno 2000 al giorno per 6 mesi, pronti a fare una sorta di “esercito industriale di riserva” per occuparsi di biglietti e altre faccende, sottraendo i responsabili di EXPO dal vincolo di assumere personale, così come era stato ampiamente detto alle migliaia di cittadini che si erano opposti all’opera fin dall’inizio.
L’opera iniziale di EXPO, come era stata progettata insieme al Comune di Milano e l’allora Assessore alla Cultura Boeri ( poi dimissionario perchè entrato in forte contrasto con le scelte dell’Amministrazione ) prevedeva l’uso degli spazi del dopo Expo per la realizzazione del più grande ortomercato d’Europa, sito appena all’ingresso nord della città, che avrebbe quindi sostituito l’attuale mercato ortofrutticolo che si trova in città, riducendo di tanto il passaggio di mezzi pesanti per la già disastrata Milano. Un opera del genere poteva avere ancora senso, per il momento invece si parla di Silicon Valley Italiana, non penso di avere torti nel credere che i reali interessi di quell’area siano invece stati la mobilitazione della terra, che spesso frutta alle Mafie molto di più che gli appalti e le mazzette.
Le premesse erano buone, poi le pratiche finiscono sempre per apparire “comandate” e si fa fatica a credere che la Politica sia sempre ignara di quanto accade, ed ecco che proprio la Politica entra in gioco per fare la sua parte, la “voce grossa” di Renzi che richiama all’ordine assicurando che non vi saranno più irregolarità sugli appalti. Io che sono cresciuto in un quartiere difficile dove la malavita faceva da padrona ricordo sempre un modo di dire nostrano “ dove c’è la mafia devi preoccuparti quando c’è silenzio “, che tradotto vuol dire che dobbiamo più preoccuparci ora che non si sente più parlare di appalti truccati e arresti perchè vuol dire che tutto è sotto controllo, tutto “ a sistema “

Nutrire il pianeta per arricchire le Multinazionali
Il tema di EXPO non poteva non essere l’alimentazione, si sa ormai che nessuno crede più al Protocollo di Kyoto e allora bisogna servire al popolino la nuova formula magica che inganna e che fa credere che dietro EXPO ci sia un opera di mutualismo e di reale cambiamento della situazione agro-alimentare e della produzione intensiva e massimizzata.
L’hanno chiamata la Carta di Milano e voi tutti, con quella ridicola spesa di 32 euro, potrete andare a visitare EXPO e mettere la vostra firma sulla Carta e sentirvi anche voi, come migliaia di ECO-CHIC ( l’evoluzione globalista  del radical-chic in salsa ecologista ), solidali e parte di questo processo.
Io ci ho trovato qualcosa di connesso con il libro firme che si usa lasciare nei pressi dell’abitazione di un defunto, puoi firmarlo per formalità anche se il defunto da vivo ti stava sulle balle, tanto non cambia nulla.
Si parlerà di cibo e si toccherà un tema a noi caro, la Sovranità,quella alimentare chiaramente. Nei sei mesi di EXPO si terranno workshop e dibattiti, presentazioni di libri e degustazioni alimentari negli appositi padiglioni dove alloggeranno i Ristoranti che hanno vinto la gara d’appalto, per il Padiglione Italia avremo niente poco di meno che Eataly.
Il buon Padrone Farinetti ha ottenuto ampio spazio per la sua celebre catena di negozi che offrono piatti tipici della nostra tradizione ( anche quelle cose da poveri che mangiavano i nostri nonni, tipo le zuppe di cereali ) a prezzi esorbitanti, lavandosi la coscienza con un opera pia degna del peggior tiranno del Medioevo: gli avanzi di Eataly saranno consegnati al Banco Alimentare per distribuirli agli indigenti.
Saranno contenti i poveri, quelli che frugano nella spazzatura dei dopo mercati rionali, di mangiarsi l’angolino della cotoletta milanese avanzata da quel broker che, pigiando due tasti sul suo iphone, manda in collasso intere apparati produttivi e tutta la filiera umana annessa.
Ho voluto un tono ironico per questo mio articolo, purtroppo dovremmo piangere oppure fare come mi consigliava mio nonno: “ prenderli a zappate in testa “.
Vieni o Maggio, t’aspettan le genti
Le prospettive sono pessime, l’aria che tira a Milano non è delle migliori, basti pensare che a creare maggiori problemi alle istituzioni non saranno i volenterosi militanti trasversali della rete NO EXPO, che da anni denunciano le attività illecite dietro a questo progetto, ma dei potenziali alleati delle Istituzioni.
Un recente concorso pubblico per l’assunzione di Polizia Locale ( qua a Milano si chiamano ancora Ghisa ) utile a potenziare il corpo dei vigili è stato sospeso o meglio sono stati cambiati i termini d’assunzione, lasciando a piedi centinaia di giovani sotto i 30anni che avevano vinto nel 2014 il concorso e da mesi aspettavano di iniziare la formazione per essere già schierati per EXPO.
Il corpo dei Vigili a Milano è sotto organico di oltre un migliaio di unità, le unità già in servizio saranno totalmente ubicate in area EXPO per 3 turni ( quindi anche il notturno ) con il rischio di lasciare scoperte le altre zone della città e i cittadini stessi.
Stessa sorte sembra pesare sui dipendenti dell’azienda di trasporto pubblico milanese ATM, che oltre ad essere stati precettati da qualsiasi sciopero o assenza, si sono visti tagliare di oltre il 60% il contributo dello Stato richiesto dai vertici per il potenziamento delle linee che conducono ad EXPO. Il rischio collasso viabilità è altissimo, io per esempio ho già notato il disagio sotto casa mia da quando, per garantire lo svolgimento di un cantiere di collegamento tra la citta e l’EXPO, si è costruita una strada sotterrane nell’ultimo pezzo agricolo della periferia dove abito ( alla faccia del Pianeta Terra ), un tratto di viabilità sovrastimato e che non sarà utile a niente per il dopo EXPO ma che per il momento ha deviato parte dei mezzi pesanti per quelle strade di quartiere lontane dai cantieri.
Il clima è da G8 di Genova o almeno penso che sarà così quel 1 Maggio 2015, Festa dei Lavoratori in gran parte del mondo, dove è caratteristico a Milano da anni sia il corteo mattutino dei Sindacati e Lavoratori che la May Day Parade dei movimenti e centri sociali nel pomeriggio.
Inutile fingere di non sapere che questi due cortei avranno interesse a raggiungere l’area EXPO per diversi e giusti motivi e che quest’area, sita fuori dalla città a ridosso della periferia, sarà militarizzata come lo era Genova in quel Luglio del 2001.
Il rischio scontri è quindi altissimo, come del resto le probabilità che la Strategia della Tensione ne approfitti, magari con qualche caso di Ebola o una bella bomba firmata ISIS sulla metropolitana milanese, così per stabilire caos e quindi successivamente, dopo la passata repressiva, quell’Ordine che piace tanto a Renzi.
Proprio Renzi, quello che fa la voce dura con i deboli, ha detto di non fare brutte figure e che ( parlando del rischio scioperi del 1 Maggio ) saranno messe in atto delle operazioni legislative per scongiurare qualsiasi sabotaggio di quella giornata.
Così dobbiamo aspettarci che il 1 Maggio fiocchino denunce, licenziamenti, minacce e ogni tipo di sopruso nei confronti di quei lavoratori che, appellandosi alle conquiste sociali dei nostri genitori e nonni, vorranno manifestare il loro dissenso contro il lavoro non pagato, lo sfruttamento della terra, l’inquinamento, le eco-mafie e tutto quel carrozzone di indecenza e immoralità chiamato EXPO.
Povero Maggio, il mese che da sempre fin dall’antichità segnava un passaggio importante dell’anno e era sempre riconosciuto come qualcosa di fertile e rigoglioso, un passaggio quieto dalla frescura primaverile alle prime giornate d’estate, maltrattato oggi da quell’immondezzaio umano di nome Renzi che ammonisce tutti e si erge a Padrone assoluto del destino e delle scelte di migliaia di lavoratori e precari italiani.
Come scritto sopra ci sarebbe da piangere eppure cerco consolazione nella saggezza contadina , ne faccio quasi appello e la richiamo a noi, perchè in tempi grigi come questi occorre avere parole rassicuranti e in grado di farci lavorare il cuore in modo diverso, non lasciandolo incatenato dalla sensazione di sconforto ma spronandolo a battere più forte e a fornirci la forza necessaria per lottare.
EXPO sarà il momento storico dove verranno tracciate le direttive sull’alimentazione e la produzione alimentare, chiaramente influenzate dal Mercato Unico e dai TTIP, che riempirà i nostri supermercati di OGM, condannando alla miseria i nostri agricoltori. Sarà il momento dove le Multinazionali brinderanno al loro successo sul Socialismo, osservando da stanze di vetro la folla accalcarsi come nei Templi alla ricerca di Benedizione e chissà una raccomandazione per lavorare a EXPO DUBAI nel 2020.
Per 6 mesi l’opinione pubblica parlerà solo di questo, 20 milioni di persone affolleranno la città di Milano e la vivibilità dei nostri quartieri sarà stravolta, come la vita di chi non avrà ne soldi ne tempo per andare a vedere EXPO.
Migliaia di volontari saranno alienati da ritmi di lavoro devastanti e non retribuiti, centinaia di migliaia di kg di rifiuti alimentari saranno distribuiti agli indigenti e qualcuno ci farà su dei bei soldoni alla faccia della povertà.
Diventeremo più poveri e più rassegnati e ne usciremo annichiliti, compresi quei movimenti che hanno duramente contrastato la nascita di un progetto come questo, che una volta passato ottobre non avranno più “il nemico” da attaccare, disperdendo molto di quanto costruito o forse, se saranno capaci, lo trasformeranno in qualcosa d’altro capace di lottare ancora.
Tutto questo accadrà solo ad una condizione, cioè credersi sconfitti ancora prima di aver radunato un esercito e combattuto delle battaglie.
Ecco allora che la saggezza dei contadini ci viene incontro, ricordandoci una massima della campagna: “ Libertà, per un contadino, vuol dire sempre un pezzo di terra da coltivare”.
Quel pezzo di terra è la militanza, la coesione, la comunità, il partito.
Siamo chiamati ancora di più a prenderci carico di quanto accadrà, ecco perchè unirsi e militare nel Fronte può voler dire portarci dietro anche questa esperienza, come dei veterani, prometterci che non accadrà mai più e che ogni colpevole pagherà.
Nel lasciarvi con questo monito prendo in prestito le splendide parole dell’Inno del Primo Maggio, scritto nel 1892 dall’avvocato anarchico Pietro Gori che esercitò la professione presso lo studio di Filippo Turati e compose altre canzoni di lotta famose, come Addio Lugano Bella e La Ballata di Sante Caserio.
La canzone fu scritta sull’aria del Va Pensiero di Verdi, in puro stile Risorgimentale dove si cita indirettamente, nell’ultima strofa, il nostro Goffredo Mameli e vi si ritrovano molte, anzi tantissime, parole d’ordine della nostra fede politica.
Io vi lascio con alcune strofe, figlie di quell’eredità contadina che fu, per il socialismo, reale linfa vitale