venerdì 28 agosto 2015

AMMENICOLI……


L’isis proclama e produce video sempre più spinti sulla strada dell’orrore. Non può non farlo: è l’unica vera arma che ha. Come forza militare è irrilevante: l’Europa, anche senza SUA e Russia la spazzerebbe via in un amen. Ma non lo fa per varie regioni.
Prima considerazione: la vera base dei tagliagole è in Siria, più che in Iraq. Ed in Siria c’è un regime che gli Americani vogliono far fuori e che i Russi invece vogliono mantenere (hanno una base della loro Marina Militare, in Siria). Se Russi ed Americani si mettessero d’accordo, l’isis farebbe una fine rapidissima ed ingloriosa. Così invece non se ne esce. Gli Americani dovranno e faranno un passo indietro, ed il siriano Assad, che già sta vincendo a casa sua, attaccherà l’isis. La Turchia, che ciurla nel manico, bombardando un po’ i tagliagole e molto i Curdi, dovrà far buon viso ed attaccherà gli scomodi uomini in nero.
Badate che quasi il 20/25 % degli invasori che stanno arrivando proviene dalla Siria, anche se via Libia, Turchia, Grecia e Italia.
Le ridicole minacce a Roma, sede del papa, e non capitale di uno stato da operetta,  servono come carosello per scombiccherati giovani esaltati e delusi, facendo leva sul fatto che, a differenza di Osama Bin Laden, il cosiddetto califfato finge di avere un territorio. Provvisorio, ma esistente.
Sullo sfondo c’è una deliziosa guerra per il petrolio, acuita dal grande giacimento scoperto nel Mare Mediterraneo. L’attacco alla Libia, per esempio, era tesa ANCHE ad impedire che l’ENI lucrasse col petrolio libico: oggi nel Paese che era in mano a Gheddafi impera la francese ERG. E noi abbiamo poche briciole.
L’isis è stata armata dagli USA, dall’Inghilterra e, meno, dalla Francia. E resterà in piedi fino a che l’Europa non picchierà i pugni sul tavolo. La strategia nord americana, infatti, corre su un duplice binario. Distruggere alcuni Paesi poveri di cibo e ricchi di materie prime, per impossessarsene, e contemporaneamente creare più problemi possibili all’Europa che sta germanizzandosi. Che l’Italia, Paese a sovranità limitata, limitatissima (ricordate la teoria Breznev?) ne paghi un conto insostenibile, agli yankee non frega assolutamente nulla, anzi….. Hanno ancora sul gozzo Sigonella…..
Badate bene, se fossi un nord americano sarei ancora più carogna e cinico: gli yankee stanno combattendo per la loro vita. Sullo sfondo c’è la Cina. E qui si apre un discorso complicato.
Ricordate la Muraglia Cinese? Si disse che era stata sacrificata una generazione, per costruirla, ma che ne aveva salvate cento.
Da tempo vado dicendo, con scandalo dei benpensanti, che la Cina è una tigre di carta, che anche in Africa è in ritirata, che è sprovvista del tutto di materie prime strategiche e carente di energia. Però i Cinesi mica sono fessi: conoscono i loro limiti e ci si sono adeguati. Hanno fatto incetta d’oro, che continuano a comprare e a produrre, E quando avranno equilibrato le loro riserve auree alla loro moneta, faranno un grosso marameo al dollaro e tutta la finanza finalmente scoppierà come un palloncino, lasciando giustamente il posto all’economia, persona più seria ed ammodo.
Quando, una quindicina di anni or sono, la Cina chiese di entrare a far parte del WTO (World Trade Organisation, per me una associazione a delinquere), di istinto pensai che i Cinesi avevano fatto una cazzata galattica. Poi cercai di capirne le motivazioni: hai visto mai che vogliono insinuarsi come un verme solitario nel mondo capitalistico? Mi chiesi. Invece bisogna sempre dar retta all’istinto: fu un errore grosso come l’avidità della casta italiana. Ora, con l’arretramento in Africa, non amati, e con una economia in recessione per calo dei consumi mondiali, il Celeste Impero, provvisoriamente camuffato di rosso, paga l’iscrizione ad un club di ladri, grassatori, usurai, assassini. Senza materie prime strategiche, inquinati oltre il lecito, non adusi alla mafia finanziaria da secoli affinatasi, i Cinesi rischiano un botto fragoroso e mondiale. Gli gnomi dalle orecchie lunghe e dai nasi adunchi si fregano le mani. Aspettano solo che gli occhi a mandorla mettano in atto l’antico detto “muoia Sansone con tutti i Filistei”….E rileggono il talmud.
Tutto questo quadro sembrerebbe apocalittico e color nero inferno. Per me invece è colmo di speranza: rafforza ogni minuto di più l’asse inevitabile e già cresciuto fra Berlino e Mosca. Ci vuole tempo, prudenza e diplomazia. Ma se non io, di certo i miei figli vedranno sorgere la nuova Roma, forte, potente, bianca e libera: Berlino. Che concluderà il viaggio iniziato con la guerra Franco – Prussiana.
Tornerò dall’inferno a farvi i gestacci, quando questo si realizzerà.
Forza, ragazzi, che si ricomincia!
Mercoledì 26 agosto 2015.
Fabrizio Belloni