martedì 7 giugno 2016

QUELLA POLITICA CHE ANZICHÉ SERVIRE LA NAZIONE SI SERVE DELLA COSA PUBBLICA PER IL PROPRIO POTERE

Ci risiamo, si continuano a fare gli stessi errori, se di errori si può parlare. Quando c'è la reiterazione non si può più parlare di errore ma volontà politica di non voler rispettare le normali regole di un paese civile che rasenta ormai il regime. Non è cosa nuova il vole nominare direttamente i dirigenti senza che questi passino per concorso come invece dovrebbe essere. A fare le spese di questo tipo di comportamento ormai è risaputo è l'agenzia delle entrate che dopo lo scandalo delle assunzioni dirette di circa 1000 dirigenti senza concorso e dopo l'accorpamento con l'agenzia del territorio è nella conduzione più totale con danni enormi per le stesse casse dello stato. Ebbene in questi giorni come se nulla fosse accade di nuovo sotto gli occhi indifferenti di tutta la politica che ormai convive con questo modus operandi. Nelle stanze dei dirigenti sono tutti in attesa della entrata in vigore della legge MADIA con fibrillazione certo è che gli ultimi governi nessuno escluso tutto hanno fatto tranne che consolidare una classe dirigente di livello per un paese civile sopratutto ora che la nostra italia sta passando un momento difficile di crisi interazionale. Infatti proprio ora che necessiterebbe una classe dirigente solida, concreta e determinata ci troviamo l'esatto opposto. Il cittadino che paga le tasse è il primo che ne risente poiché poi ha a che fare con queste amministrazioni gestite proprio da queste classi dirigenti che nel migliore dei casi gestiscono a braccio secondo non una visione del bene pubblico, ma solo di tipo clientelare del governo di turno. Questo modo di operare, purtroppo ormai consolidato dalla legge dello "spoils system" di stampo Thathceriano, fino ad oggi ha prodotto una classe dirigente sempre più decadente oltre che demotivata con un danno per tutti anche per la politica stessa. Infatti nei giorni scorsi chi è caduto in questa macchina perversa della politica che pensa solo alla sua stessa sopravvivenza? Il dott. Roberto Alesse che dopo aver vinto un regolare concorso per titolo e colloqui per la posizione di direttore generale del personale e degli affari generali del ministero dell'ambiente, grazie anche al suo solido curriculum e dopo aver ricevuto anche la lettere di incarico  dal ministro e l'assenso al comando da parte del segretario generale della presidenza del Consiglio, si è visto negare, dopo un paio di giorni dallo stesso con un provvedimento, quanto meno anomalo e senza alcuna motivazione l'autorizzazione all'assunzione. In un nazione civile non possiamo fare l'abitudine a comportamenti di questo tipo. Ovviamente sorgono molti dubbi e non possiamo farci molte domande sul perché di questo cambio repentino di scelta. Ci troviamo nuovamente di fronte alla  violazione del diritto acquisito di un dirigente oltre che di fronte ad una vicenda umana molto triste che non fa bene ne all'interessato, ne alla cosa pubblica.  Ci chiediamo: a quando il ritorno ad una normalità, dove ci sia il rispetto per il diritto e le persone che credono ancora nella corretta funzione pubblica e del servizio civico e non del singolo partito (o coalizioni di comodo). 
Giuseppe Turrisi