giovedì 20 luglio 2017

IL RAZZISMO INTELLETTUALE di Enrico Montermini


Un tale mi accusa di "razzismo intellettuale". Strano, perchè gli articoli che scrivo di solito nascono dal dialogo con le persone. Soprattutto con coloro che la pensano diversamente da me.
La diversità è preziosa, perché ci sprona a vedere il mondo in modo diverso da come ce lo raffiguriamo e a confrontarci con questa nuova rappresentazione.
A volte il confronto con l’altro può portarci a modificare le nostre opinioni; e in questo non c’è nulla di male: solo il fesso non cambia mai idea. Altre volte, invece, il confronto ci offre la conferma delle nostre precedenti opinioni: non necessariamente si deve parlare di pregiudizio, in questo caso.
Il razzismo nasce dall’incapacità di rapportarsi con il diverso. Si esprime nel rifiuto dell’altro e nella chiusura in noi stessi. Il razzismo genera violenza fisica e verbale, perché è il prodotto della paura.


Mi si accusa di “razzismo intellettuale” perché nell'articolo "Quando i migranti eravamo noi" ho avuto l'ardire di affermare che i nostri connazionali prima di partire dovevano avere i documenti in ordine, la fedina penale pulita, un contratto di lavoro in mano, una residenza; e in più dovevano sostenere rigorosi controlli sanitari.
Se quanto ho scritto è falso, lo si dica apertamente. L'accusa di essere bugiardo, però, non mi è stata mossa da alcuno. Al contrario decine di persone sono intervenute nel dibattito confermando la veridicità di ciò che ho scritto.
Se le mie parole hanno offeso la sensibilità di qualcuno, la colpa non è del “razzismo intellettuale” ma della realtà dei fatti.


Chi mi accusa di razzismo sappia che da due anni sto aiutando di tasca mia John, un ragazzo nigeriano di 18 anni. Tra coloro che difendono l’immigrazione senza regole in nome di un astratto umanitarismo, si faccia avanti chi ha fatto di più!


Quindi di cosa parliamo? Di razzismo? No, qui si parla della libertà di pensiero.
Il mondo borghese radical chic invoca la censura contro coloro che non sono disposti ad accettare i suoi valori di parte. Contro coloro che denunciano gli interessi personali, che si nascondono dietro la retorica dell’accoglienza. Contro coloro che hanno ancora l’audacia di dire ciò che pensano.
Una volta si usava l’espressione “onestà intellettuale”, ma oggi non va più di moda: nell’era del pensiero unico “razzismo intellettuale” suona meglio!


Se siete spiriti liberi guardatevi da coloro che rifiutano l’ascolto e il dialogo, qualificando gli altri come fascisti, razzisti, sessisti… Questi censori sono i veri razzisti: degni eredi della tradizione autoritaria cattocomunista.
Non lasciatevi condizionare dalle etichette di questi meschini soggetti!
Abbiate il coraggio di esprimere le vostre opinioni, soprattutto quando sono scomode!
Se un uomo non ha il coraggio di difendere le sue opinioni o le sue opinioni non valgono nulla o non vale nulla lui.


Io seguiterò a camminare con la schiena diritta e il vento tra i capelli sotto la volta infinita del cielo stellato, da dove provengo e dove un giorno, forse, ritornerò.


Enrico Montermini 19/07/17