domenica 14 aprile 2013

ALLA CORTESE ATTENZIONE DEL CAPOREDATTORE CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE

ALLA CORTESE ATTENZIONE DEL CAPOREDATTORE CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE

Cinzia Pasi e Roberta Babini
Ass. Clan-Destino / Ravenna Virtuosa
Grazie

GRUPPO MACCAFERRI E SOPRINTENDENZA REGIONALE : attenti a quei due !!!!!
Perche’ ANCORA “PERICOLOSAMENTE INSIEME” ???.

C’e un sottile ma robusto legame , oltre alla giunta governata dal Pd che pare unire in modo indissolubile il comune di Russi a quello di Budrio di Bologna. 

Parliamo della struttura nota come la “Palazzina Marconi”. Attivo fino al 2010 come centro trasmissione ad onde medie della Rai, l'edificio fu voluto ed inaugurato nel 1936 da Guglielmo Marconi inventore della radio e premio Nobel al cui interno vi erano custodite attrezzature e trasmettitori storici. Il centro doveva diventare un Centro di studi e di scienze, in special modo nel campo della radio: lo avevano perorato il prof. Quirino Majorana, ed altri . Il Comune di Bologna aveva assicurato che sarebbe stato sempre in prima fila perché l'alta, nobilissima iniziativa divenisse realtà. 
Tale palazzina di indubbio valore è divenuta oggetto di speculazione edilizia da parte del Comune Di Bologna ( proprietario dell’ aera ), della RAI ( usuaria ), del Comune di Budrio ( nel quale ricade l’ area ), della Maccaferri SpA e Pizzoli SpA ( lottizzanti ). 
Nell’ autunno del 2010 il Comune di Bologna, proprietario dell’ area, quando vendette al Gruppo Maccaferri ed Alla Pizzoli si “scordò” di segnalare la vendita alla Sovraintendenza “dimenticando” la storicità del sito nonostante la mole di documentazione in tal senso esistente nei propri archivi, L’ atto di vendita venne firmato dall’attuale ministro p.t. Cancellieri, allora commissario straordinario pretorio. 
Per realizzare questo progetto di centro commerciale da 25mila metri quadri, per 70 milioni di euro di spesa il centro trasmissioni ed in particolare la Palazzina Marconi dovrebbero essere rasi al suolo per lasciare il posto al nuovo centro edificato dalla RealEstate SpA ( gruppo Maccaferri SpA ) e da un nuovo stabilimento di patate congelate della Pizzoli. 
Tale scempio è stato contrastato solo ed unicamente dai radioamatori ( Avv. Mario Stefano Sforzellini -radioamatore in Trento che si ringrazia) ed in particolare da Elio Antonucci il quale nell’ estate del 2012 ha promosso e avuto un incontro con le autorità amministrative – che avevano nel frattempo predisposto alla velocità della luce tutte le modifiche agli strumenti urbanistici del caso – e con gli speculatori, facendo osservare loro che il sito era storico e quindi tutelabile ex D. Legisl. 42/04. 
Disorientati dalla richiesta di messa a tutela del sito, gli speculatori adottarono contromosse diverse: il Comune di Budrio contro i radioamatori ed il M5S , che impedivano lo sviluppo e l’ insediamento di due attività produttive sul territorio, ma soprattutto toglievano dalle casse comunali di oneri di urbanizzazione per un milione di Euro destinati alle poliche sociali del comune. 
Pizzoli SpA fece sapere che avrebbe delocalizzato la propria fabbrica fuori dal comune di Budrio, alimentando la reazione preoccupata della cittadinanza e dei lavoratori …… insomma il solito spettacolo del ricatto occupazionale che sempre viene messo in scena . 
e la Maccaferri Spa ?????? Da parte loro il silenzio piu’ totale consapevoli che se il vincolo fosse stato confermato il progetto sarebbe saltato. 
Forse noi sappiamo il perché di questo tacere ! 
E qui la storia si ripete …….a Budrio accade quanto e’ gia’ accaduto a Russi…… La spinosa questione del vincolo del sito è stata passata dalla Sovraintendenza provinciale di Bologna a quella Regionale e cioè alla direttrice arch. Carla di Francesco………stesso copione e stessi attori : la Sovrintendente Regionale ed il Gruppo Maccaferri. 
Come in un film gia’ visto viene infatti alla mente la vicenda dell’ inceneritore di Russi e del contiguo Palazzo S. Giacomo dove parte attiva e fondamentale nella modifica e nella negata tutela l’ ha avuta proprio l’ Arch. Di Francesco con un provvedimento di vincolo redatto in evidente favore di PowerCrop, società sempre del Gruppo Maccaferri . 
“La palazzina non raggiunge la qualita’ architettonica necessaria alla dichiarazione di interesse storico artistico, rivelandosi piuttosto come valore di edificio storico testimoniale” . 
Con queste sole due righe l’arch. Carla di Francesco ha di fatto dato il via ai motori delle ruspe per la demolizione della palazzina Marconi ed alle conseguenti colate di cemento del Gruppo Maccaferri. 
Gioiranno questi “ignoranti” amministratori locali pensando alla probabili commesse per coop.ve e simili perche’ 20 operai al lavoro sono meglio di una storica vecchia palazzina degli anni 30. 
Poco importa se stata voluta da un uomo che con la sua invenzione ha cambiato la storia del mondo. 
Ps: ma dove e’ finita la magistratura ???? 
Cinzia Pasi Roberta Babini