lunedì 15 gennaio 2018

QUESTION TIME INTERROGAZIONE PARLAMENTARE ANAGRAFE FINANZIARIA ASCOLTA LA RISPOSTA DEL GRANDE MINISTRO PADOAN.

(Esercizio dei poteri di indirizzo e vigilanza nei confronti dell'Agenzia delle entrate e di Sogei in relazione ad un efficace utilizzo dell'anagrafe dei rapporti finanziari a fini di contrasto all'evasione fiscale – n. 3-03328)


PRESIDENTE. L'onorevole Zanetti ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-03328 (Vedi l'allegato A). 

ENRICO ZANETTI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, recentemente la Corte dei conti ha evidenziato, in modo abbastanza clamoroso, come a distanza di cinque anni tutte le informazioni che possono essere reperite nell'anagrafe dei conti correnti continuino a non essere utilizzate nemmeno in via sperimentale - figuriamoci in via operativa - dall'Agenzia delle entrate. Ci domandiamo, quindi, che senso ha continuare a consentire l'introduzione di nuovi gravosi adempimenti per imprese e professionisti se nel frattempo non si rendono realmente operativi e utili i già numerosi elementi presenti nell'anagrafe tributaria. 

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere per tre minuti. 

PIETRO CARLO PADOAN, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, Presidente, grazie, onorevole. Ricordo che la raccolta di dati e informazioni ai fini della valutazione della capacità contributiva è preordinata all'osservanza delle prescrizioni normative dettate a tutela dei diritti e delle libertà fondamentali dei contribuenti. Nell'ambito dell'attuazione delle disposizioni normative introdotte dal decreto n. 201 del 2011, il cosiddetto “salva Italia”, l'Agenzia delle entrate ha riscontrato criticità riconducibili ai seguenti aspetti: modalità di comunicazione e conservazione dei dati; qualità e congruità dei dati; finalità di classificazione dei contribuenti interessati dalla raccolta di tali informazioni. Pertanto, l'Agenzia ha intrapreso un dialogo con l'Autorità garante per la protezione dei dati personali al fine di poter disporre di linee guida sulle esatte modalità di trasmissione dei dati, nonché per la verifica preliminare di criteri selettivi basati sull'utilizzo dei dati contenuti nell'archivio dei rapporti finanziari. In tale ottica è stata realizzata una nuova infrastruttura informatica, denominata “Sistema interscambio dati”, dotata di livelli di sicurezza molto elevati in grado di garantire il transito in sicurezza delle nuove informazioni. Nel 2015 è stato introdotto il nuovo tracciato unico informatico con il passaggio del quale si è reso necessario costruire un nuovo archivio dei rapporti che ha comportato una complessa attività di migrazione di quei rapporti comunicati fino al 31 dicembre 2015 in base alle specifiche tecniche precedenti al tracciato unico. Parallelamente, l'Agenzia delle entrate ha elaborato un modello basato sull'analisi integrata delle informazioni finanziarie e degli altri elementi presenti in anagrafe tributaria per l'individuazione di indicatori di rischio sintomatici di profili rilevanti di evasioni fiscali. La tempistica di realizzazione di tali interventi è dunque dipesa dalla necessità di assicurare i congrui termini per l'adempimento da parte degli operatori anche in ragione delle caratteristiche dei rispettivi sistemi informativi, in alcuni casi contraddistinti da una procedura di estrazione dati non completamente automatizzata, dalla necessità di soddisfare le esigenze relative alla protezione dei dati personali sia con riferimento alla concentrazione presso l'anagrafe tributaria di una notevole quantità di informazioni personali sia in relazione alle finalità di classificazione degli interessati cui la raccolta di tali informazioni risulta preordinata. Infine, è dipesa dall'esigenza di creare una banca dati caratterizzata da adeguati standard di completezza e qualità delle informazioni utilizzate da parte dell'Agenzia. 

PRESIDENTE. L'onorevole Zanetti ha facoltà di replicare per due minuti. 

ENRICO ZANETTI. Grazie, signor Ministro. Credo che queste considerazioni, se stessimo parlando di qualcosa che era stato introdotto uno o al massimo due anni fa, potrebbero avere una loro significatività. Ma nell'istante in cui parliamo di qualcosa che sono ormai cinque anni che potrebbe essere reso operativo e che, come apprendiamo da questa risposta, è tuttora in corso di divenire, allora è evidente che i tempi sono assolutamente incompatibili con quello che può essere il riconoscimento di un'adeguata capacità da parte delle strutture - e naturalmente anche da parte del Ministero nel dare gli indirizzi - di tradurre in modo concreto quelle che sono le possibilità che le norme introdotte a suo tempo con funzione anti-evasiva danno. Ribadisco, quindi, che sarebbe opportuno concentrarsi affinché ciò che già può essere reperito nella vastissima anagrafe tributaria venga utilizzato piuttosto che continuare, come si è fatto anche nell'ultimo anno in modo ripetuto, a introdurre ulteriori adempimenti che poi, a loro volta, con questa evidente incapacità gestionale dal punto di vista tecnologico e informatico, producono ulteriori corti circuiti: le vicende legate allo spesometro di queste settimane e mesi sono note a tutti. Concludo dicendo che la Corte dei conti nel fare questa denuncia si chiedeva come mai in questi anni non ci fosse stato un indirizzo politico forte sul punto e invitava semmai ad assumerlo. La sua risposta, signor Ministro, mi sembra invece di giustificazione totale di quanto è successo. Quindi, prendo atto che per lei è normale che a distanza di cinque anni le strutture preposte al controllo del suo Ministero non siano ancora in grado di utilizzare in modo efficace contro l'evasione le norme che ci sono. (Iniziative di competenza nei confronti dell'Agenzia delle entrate al fine di un corretto utilizzo dell'anagrafe dei rapporti finanziari per il contrasto all'evasione fiscale – n. 3-03329). 

PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-03329 (Vedi l'allegato A). 

WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente Giachetti. Buongiorno, Ministro Padoan. Dunque, Ministro, l'anagrafe bancaria o anagrafe dei rapporti finanziari, istituita nel 2009, è costata già alle tasche degli italiani 10 milioni di euro. Secondo noi questo è uno strumento fondamentale rispetto alla lotta all'evasione e al contrasto dell'evasione, contrasto dell'evasione su cui, tra l'altro, voi dite che state facendo molto ma gli stessi magistrati contabili dicono che è di scarsa efficacia. Allora, noi ci chiediamo perché questa grave ed ennesima inadempienza da parte dell'Agenzia delle entrate ma, soprattutto, perché c'è una mancata vigilanza da parte sua nei confronti dell'Agenzia delle entrate affinché l'utilizzo dell'anagrafe bancaria sia di fatto istituito, anche perché senza questo utilizzo dell'anagrafe bancaria c'è un ulteriore inadempimento perché i dati che l'Agenzia delle entrate dovrebbe passare al Parlamento di fatto non ci sono. Quindi, Ministro, noi le chiediamo perché non viene utilizzata. 

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere per tre minuti. 

PIETRO CARLO PADOAN, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, Presidente. La domanda sollevata dall'onorevole Rizzetto ed altri è in gran parte coincidente con i temi affrontati nella precedente interrogazione dell'onorevole Zanetti e, quindi, alcuni degli argomenti, che non ripeterò per brevità di tempo, sono gli stessi che ho utilizzato prima. Però, vorrei aggiungere un punto specifico riguardo all'utilizzo dell'anagrafe tributaria che non ho potuto esporre prima. Parallelamente all'attività che ho descritto in precedenza, l'Agenzia delle entrate ha elaborato un modello basato sull'analisi integrata delle informazioni finanziarie e degli altri elementi presenti in anagrafe tributaria per l'individuazione di indicatori di rischio sintomatici di profili rilevanti di evasione fiscale. Il modello di analisi elaborato è orientato a intercettare anche fattispecie apparentemente virtuose ovvero contribuenti che, pur effettuando spese che si conciliano con i redditi dichiarati, accumulano risparmi incompatibili con quegli stessi redditi al netto delle spese sostenute, ovvero soggetti passivi IVA che, ad esempio, pur risultando congrui e coerenti all'esito dello studio di settore evidenziano incrementi del patrimonio finanziario non giustificabili con i ricavi o i compensi dichiarati e con le variabili strutturali e contabili comunicate.Considerate le potenzialità dello strumento di analisi nonché le prescrizioni rappresentate dall'Autorità garante per la protezione dei dati personali nel corso del 2016 e del primo semestre 2017 l'Agenzia ha avviato, con provvedimento del direttore del 9 agosto 2017, un'attività che sperimenta i criteri di rischio elaborati per l'anno d'imposta 2013 su un campione ristretto di soggetti, sperimentazione in corso di svolgimento. Infine, si sta proseguendo nell'attività di analisi delle motivazioni dei saldi che hanno interessato i rapporti finanziari, allo scopo di elaborare indicatori di anomalia in base ai quali è possibile valutare l'opportunità di sottoporre le posizioni che risultano incoerenti ad attività istruttorie di controllo. 

PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di replicare per due minuti. 

WALTER RIZZETTO. La ringrazio, Presidente. Grazie, Ministro. Non mi ritengo assolutamente soddisfatto della sua risposta, in quanto non c'è nessuna giustificazione che possa reggere rispetto a questa ennesima violazione della legge. Qui si parla di violazione della legge, Presidente. Gestire la macchina fiscale in modo discrezionale, Ministro, come sta facendo lei o come sta facendo, di fatto, il Ministero nei confronti dell'Agenzia delle entrate non è cosa giusta, non è assolutamente cosa giusta, perché ve ne fregate, di fatto, della legge, ve ne fregate delle sentenze, ve ne fregate delle delibere della Corte dei conti poc'anzi anche citate da un collega qui in Aula. I magistrati contabili, Ministro, sono stati chiari: il sottoutilizzo dell'anagrafe bancaria ha determinato risultati di poco conto nei confronti dell'evasione fiscale, però poi leggere sul giornale i grandi risultati rispetto alla stessa, ovvero rispetto alla lotta all'evasione fiscale, che voi fate quotidianamente proprio nei confronti dell'evasione fiscale. In sintesi, Ministro, voi state dicendo ai cittadini italiani che non si sta combattendo la grande evasione fiscale, cioè i grandi evasori in Italia fanno quello che vogliono, mentre andate a multare un cittadino o un lavoratore che non arriva alla fine del mese, ma che, magari, evade 50 euro alla fine dello stesso, e quindi scatta chiaramente un procedimento da parte dell'Agenzia delle entrate. Siete con i forti e non state con i deboli: è semplice fare così. Chiudo, Presidente, dicendo che, e lo rinnovo, siete fuorilegge. L'unica cosa che mi conforta è che fra qualche settimana o qualche mese sarete anche fuori da questo Parlamento.

Le Agenzie fiscali e l’elusione della sentenza della Consulta

Le Agenzie fiscali e l'elusione della sentenza della Consulta : LexItalia.it